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Oltrepò Pavese: radici lombarde

Oltrepò Pavese: radici lombarde
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L'Oltrepò Pavese è stata la vera e propria cantina storica del Nord Italia. Questa splendida regione a sud del Po, tra dolci colline argillose e calcaree di origine marina, si è sempre distinta per la grande capacità produttiva, tanto da inclinare, per lunghi e infausti decenni, più alla quantità che alla qualità, affidandosi a cantine sociali non sempre in grado di garantire standard enologici di alto livello.

Oggi la situazione è nettamente mutata, e l'Oltrepò sembra tornato allo spirito di quell'arenaria locale di tremila anni fa, in cui si è ritrovato inciso un grappolo d'uva. I vitigni tradizionali sono la Croatina, la Barbera e l'Uva Rara, uve particolarmente ricche di profumi suadenti e avvolgenti, che si amalgamano ottimamente nei vini-simbolo della regione: la Bonarda, spesso frizzante e beverina, e il Buttafuoco, più severo e austero, sovente pepato e ammandorlato.

Sugli scudi anche la recente sperimentazione su numerosi bianchi, dal Riesling al Moscato, e soprattutto in grande spolvero la perla del vino pavese: il Pinot Nero. Un vitigno nobile e difficile che qui si è acclimatato perfettamente, assumendo una veste potente e sincera in rossi di grande personalità, oppure un abito d'incredibile eleganza negli spumanti metodo classico.

Metodo classico che in Oltrepò racconta di un Pinot Nero sia in purezza sia in uvaggio con lo Chardonnay, capace di regalare calici perfettamente equilibrati e irresisitibili sin dal colore, rivelando il territorio come uno degli indiscussi e più convincenti poli spumantistici italiani, patria privilegiata dei Blancs de Noirs.

Scheda tecnica

TipoConfezione
AllergeniContiene solfiti

Il vino

L'Oltrepò Pavese è stata la vera e propria cantina storica del Nord Italia. Questa splendida regione a sud del Po, tra dolci colline argillose e calcaree di origine marina, si è sempre distinta per la grande capacità produttiva, tanto da inclinare, per lunghi e infausti decenni, più alla quantità che alla qualità, affidandosi a cantine sociali non sempre in grado di garantire standard enologici di alto livello.

Oggi la situazione è nettamente mutata, e l'Oltrepò sembra tornato allo spirito di quell'arenaria locale di tremila anni fa, in cui si è ritrovato inciso un grappolo d'uva. I vitigni tradizionali sono la Croatina, la Barbera e l'Uva Rara, uve particolarmente ricche di profumi suadenti e avvolgenti, che si amalgamano ottimamente nei vini-simbolo della regione: la Bonarda, spesso frizzante e beverina, e il Buttafuoco, più severo e austero, sovente pepato e ammandorlato.

Sugli scudi anche la recente sperimentazione su numerosi bianchi, dal Riesling al Moscato, e soprattutto in grande spolvero la perla del vino pavese: il Pinot Nero. Un vitigno nobile e difficile che qui si è acclimatato perfettamente, assumendo una veste potente e sincera in rossi di grande personalità, oppure un abito d'incredibile eleganza negli spumanti metodo classico.

Metodo classico che in Oltrepò racconta di un Pinot Nero sia in purezza sia in uvaggio con lo Chardonnay, capace di regalare calici perfettamente equilibrati e irresisitibili sin dal colore, rivelando il territorio come uno degli indiscussi e più convincenti poli spumantistici italiani, patria privilegiata dei Blancs de Noirs.

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