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Vino di Liguria

La Liguria, terra di riviere famose nel mondo, è in realtà la regione dove mare e montagna sono… la stessa cosa! E così, tra mare e monti, i vini liguri hanno sempre goduto di fama eccellente, decantati da Petrarca, Dante e Cervantes, fino a d’Annunzio e Montale. Merito del connubio tra il mare, che mitiga il clima e lo rende splendidamente mediterraneo, e le montagne, che garantiscono ventilazione controllata e ottime escursioni termiche. Inoltre, l’isolamento di molti angoli della regione, raggiungibili quasi solo via mare, ha comportato la conservazione di vitigni rari e autoctoni. E la viticoltura, da queste parti, è quasi sempre eroica, considerate le ripide pendenze a strapiombo sul mare.

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Liguria

La Liguria, terra di riviere famose nel mondo, è in realtà la regione dove mare e montagna sono… la stessa cosa! E così, tra mare e monti, i vini liguri hanno sempre goduto di fama eccellente, decantati da Petrarca, Dante e Cervantes, fino a d’Annunzio e Montale. Merito del connubio tra il mare, che mitiga il clima e lo rende splendidamente mediterraneo, e le montagne, che garantiscono ventilazione controllata e ottime escursioni termiche. Inoltre, l’isolamento di molti angoli della regione, raggiungibili quasi solo via mare, ha comportato la conservazione di vitigni rari e autoctoni. E la viticoltura, da queste parti, è quasi sempre eroica, considerate le ripide pendenze a strapiombo sul mare.

La Riviera di Levante presenta suoli argilloso-calcarei e localmente sabbiosi. Il vitigno più rappresentativo di questo tratto di costa è senza dubbio il vermentino, un bianco che può definirsi internazionale, o almeno comune a tutto l’arco settentrionale del Mediterraneo. Da queste parti è abbastanza intenso, di buona freschezza e mineralità, con belle sensazioni fruttate che lo rendono ideale per i pranzi estivi. Esprime particolare intensità fruttata nella DOC Colli di Luni, a cavallo fra Liguria e Toscana, dove regala maggior struttura e più profonda complessità aromatica.

Nel comprensorio tra Genova e Chiavari, tra le DOC Val Polcevera, Portofino e le IGT Colline del Genovesato e Liguria di Levante, si distinguono altri importanti autoctoni. C’è la bianchetta, uva bianca di delicata struttura e sottile spettro aromatico, fragrante e di pronta beva, e c’è lo çimixià, altro bianco di ben diverso nerbo: fresco, teso, minerale, complesso e ampio nei profumi e nella persistenza. Entrambi danno buoni risultati in versione spumante, magari con affinamento sui lieviti in fondo al mare, come si fa da qualche anno in Tigullio. L’uva rossa più significativa del Levante ligure è il ciliegiolo. Presente anche in Toscana, dà rossi leggeri e fruttati, poco tannici e piuttosto semplici, tanto che si esprime molto bene in veste rosé.

Nell’ambito del Levante, le Cinque Terre rappresentano un’isola a sé stante. Qui le vigne, tra antichi muretti a secco e vertiginosi terrazzamenti, sembrano piombare in mare, tanto che la vendemmia è oggi coadiuvata da monorotaie. Il Cinque Terre DOC è un vino bianco da uve bosco, ben strutturato, albarola, fresco e fragrante, e vermentino, profumato ed elegante. Un bianco da bere subito ma anche da saper aspettare per via delle sue grandi potenzialità di affinamento. La storica versione passita dello stesso vino è lo Sciacchetrà. Prodotto da uve essiccate in locali idonei e affinato per almeno tre anni in legno o acciaio a seconda del produttore, lo Sciacchetrà intriga per la dolcezza tesa e minerale, sapida, salmastra e iodata.

Culturalmente legata al Piemonte meridionale, la Liguria di Ponente esprime al tempo stesso continuità e discontinuità rispetto al Levante. L’elemento di continuità è rappresentato dal vermentino, presente anche qui con caratteristiche analoghe. Più minerali, i suoli di questa riviera sono però più vocati per il pigato, biotipo di vermentino capace di una più completa e ricca maturazione. Il pigato è un vermentino “superiore”, principe della DOC Riviera Ligure di Ponente, dove se ne individuano persino alcuni cru, come le Marixe nell’entroterra albenganese e Ranzo, ancora più a monte. Paglierino con riflessi dorati, emana sensazioni complesse di frutta matura, erbe aromatiche, fiori gialli, minerali, e al sorso si rivela pieno, appagante, fresco e morbido al tempo stesso, di ottima longevità.

L’Imperiese, invece, è la terra dei grandi rossi liguri. Nell’entroterra c’è l’Ormeasco di Pornassio, DOC dedicata al dolcetto ligure sia in versione rossa, fragrante ma consistente, sia rosata, indicata con il nome di Sciac-trà. Al confine con la Francia, spicca invece il Rossese di Dolceacqua, un “rosso delle rocce” (questa l’origine del nome del vitigno) che esprime carattere e personalità con note che oscillano dal sottobosco alla terra alla tostatura, struttura elegante, tannino deciso, persistenza straordinaria e ottime prospettive di invecchiamento.

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