Paese di destinazione:
Italia
Lingua
CARRELLO
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Ermes Pavese

Ermes Pavese

Tipico viticoltore di montagna, che fa il vino in modo artigianale esattamente lì dove vive, Ermes Pavese, in quel di Morgex, ha realizzato un vero e proprio miracolo. Inizialmente sotto la guida di...

Anno di fondazione1999
EnologoErmes Pavese
Vigneto proprio:5 / ha
Produzione annuale9.000 bottiglie
Paese
Regioni
Uve

Vino di Ermes Pavese

5 prodotti
Esaurito

34,50

Esaurito

54,00

Esaurito

18,50

Esaurito

38,50

/ bott. 0,5 L
Esaurito

28,50

Ermes Pavese

Tipico viticoltore di montagna, che fa il vino in modo artigianale esattamente lì dove vive, Ermes Pavese, in quel di Morgex, ha realizzato un vero e proprio miracolo. Inizialmente sotto la guida di Marziano Vevey, storico produttore valdostano, Ermes comincia la propria attività nel 1999. I vigneti, da queste parti, sorgono tra gli 800 e i 1200 metri di altitudine, e sono considerati, a ragione, i più elevati d’Europa. Valle d’Aosta, certo, ma soprattutto Alpi, che guardano verso la Francia e che fanno da giardino ad alcuni dei più famosi comprensori sciistici della regione.

I suoli sabbiosi e il tipico clima alpino, dagli inverni rigidi e dalle estati miti, rendono ovviamente estrema la viticoltura in zona. È necessario non solo centellinare i raggi del sole, occupando i pochi fazzoletti con esposizione favorevole, ma anche terrazzare, qualora possibile, questi scoscesi e impervi anfiteatri vocati alla vite. A queste altitudini vertiginose, l’unico vitigno che si è perfettamente adattato alle nevi e al freddo è il Prié Blanc, considerato da molti il solo vero autoctono bianco della Valle d’Aosta. Coltivato abitualmente a piede franco (qui nemmeno la fillossera ha trovato un ambiente agevole), il Prié Blanc è attestato in zona fin dal 1200 e si esprime con profumi delicati ma inebrianti, e soprattutto con un’acidità decisa, a tratti citrina.

I vigneti di Ermes Pavese, pur non certificati, sono condotti in regime biologico e allevati a pergola bassa. Massima salubrità, dunque, e totale assenza di meccanizzazione. Le pendenze da brivido regalano un Prié Blanc classico, che quasi si bea della sua elegante tipicità. Le vendemmie, ovviamente, sono sovente procrastinate, quasi tardive, per donare calici quanto possibile armonici e bilanciati tra le acidità sferzanti e le poche, davvero poche, morbidezze. Evidentemente estremo per mineralità è già il Blanc più semplice, dai sottilissimi sentori di biancospino, mentre poco più rotondo, complici due giorni di macerazione e i batonnage in cantina, è il Nathan, selezione da vigneti di oltre quarant’anni. Vini dalla struttura evanescente, cerebrali e intellettuali, ma che nella stagione estiva si scoprono autentici campioni a tavola e fuori.

Ma Ermes è anche un personaggio che esce dalla tradizione. Per questo, primo e migliore fra tutti, ha intuito le potenzialità del Prié Blanc come base per grandi spumanti a metodo classico. Prodotti sensazionali, che oggi costituiscono forse il fiore all’occhiello della sua gamma. Si va dai 18 ai 36 mesi di affinamento sui lieviti, e soprattutto si parla solo ed esclusivamente di spumanti non dosati: un’interpretazione estrema e senza compromessi del metodo classico, cremoso sì, ma tagliente e verticale per acidità e sapidità. Il 36 mesi è un fuoriclasse. 900 bottiglie sulle circa 9000 che ogni anno ci regala Ermes Pavese sono dedicate a questo capolavoro.

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