Quando Victor de la Serna lancia un nuovo vino è il caso di fermarsi e di prestare attenzione, perché sicuramente non si tratta di una boutade. La sua infinità curiosità e inesauribile passione per il vino lo spingono verso elaborazioni particolari che spesso lasciano anche il degustatore più avvezzo privo di riferimenti.
Questo Fundamentalista è stato commercializzato inizialmente nel 2008, sebbene allora solo tra gli amici di Victor. Quella volta fu il risultato di una vecchia botte di Syrah che, venendo assaggiata dopo esser stata dimenticata per anni, affascinò il suo vinificatore e i pochi fortunati che poterono assaggiare quel vino. L'attuale, reinventato nel 2014, combina Bobal e Monastrell per dare un carattere levantino a un vino intensamente mediterraneo che combina freschezza, complessità e accessibilità in eguale misura. Viti di Monastrell di oltre dieci anni piantate sopra gli 800 metri di quota nella Manchuela combinate con grappoli di Bobal. Entrambe le varietà unite da legno vecchio e protette da una quantità minima di solfiti.
Al naso sono ciliegie mature, violette e marmellata di fragole che lasciano scorgere una complessità che parrebbe impossibile per un vino nel quale la botte non è protagonista, dimostrando che ciò che è fondamentale non richiede artifici. Al palato è frutta ancora fresca, matura, ma con alcuni sussulti acerbi e un'acidità che rinfresca. Impressionante dimostrazione che è possibile elaborare grandi vini senza abusare del legno e che i migliori possono invecchiare con eleganza. Volume giusto e seducente, setoso, ma anche vivace, grazie a una tensione che evita al vino di decadere improvvisamente e al fondo terroso di argilla. Frutta onesta che i lieviti selvatici hanno fermentato liberamente e che le botti usate da 300 litri hanno scrupolosamente rispettato durante i 15 mesi di invecchiamento. Chiodi di garofano, un ricordo di vaniglia e di frutta selvatica combinati a bosco di macchia portano a un finale leggermente tostato e ricolmo di frutta, fondamentale.
Magnifico vino, que sorprende en la boca. Se nota el mimo y los conocimientos con lo que está elaborado. Sorprende su origen. Excelente vino de un gran pago.
da: TheLamb (14/12/2018) - Annata 2015
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A bit different
Not your typical Spanish red. Not as full-bodied as some, but compensates with less common flavours. Definitely worth a try!
da: domi (18/6/2021) - Annata 2016
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Grandes Pagos
Un vino de Grandes Pagos, afrutado de intesidad media alta, ligero y con una acidez equilibrada. Muy recomendable
da: JAVIER (16/11/2018) - Annata 2015
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ES UN VINO QUE ME HA GUSTADO MUCHO EN CALIDAD PRECIO
ES UN VINO JOVEN QUE ME HA SORPRENDIDO EN BOCA ES UN VINO CON GRAN AROMA Y SABOR .UN VINO EXCELENTE
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