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CARRELLO
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Contini

Contini

Prima Salvatore, poi Attilio, oggi Paolo e i nipoti Alessandro e Mauro: la cantina Contini è cresciuta e maturata come i vini e i successi che l’hanno resa grande, attraverso la passione e...

Vino di Contini

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Contini

Prima Salvatore, poi Attilio, oggi Paolo e i nipoti Alessandro e Mauro: la cantina Contini è cresciuta e maturata come i vini e i successi che l’hanno resa grande, attraverso la passione e l’impegno di ben quattro generazioni. Per quasi 120 anni un unico filo conduttore, rappresentato dalla Vernaccia di Oristano, ha caratterizzato il lavoro dell’azienda Contini. Poi, negli anni, la Vernaccia è stata affiancata da altre importanti produzioni: lo storico vitigno Nieddera, i tradizionali Vermentino e Cannonau, le sperimentazioni ben riuscite come il Karmis, gli Attilio e il biologico Mamaioa. Oggi l’azienda produce una gamma completa di vini con la quale è presente in Italia e all’estero. Non smette di evolversi, sia nelle tecniche di vinificazione che nelle idee. E sarà per questo che i vini Contini resistono al tempo, perché sono vini che si amano e si ricordano per sempre.

La lunga storia della cantina Contini passa anche attraverso il territorio che ne ospita i vigneti, e non solo per la bellezza della vegetazione e la meraviglia delle coste.

Una recente scoperta ci trasporta indietro nel tempo fino al 2000 a.C. a pochi passi da Tharros, l’antica città fenicio-punico-romana diventata oggi un affascinante museo all’aria aperta, dove è stato riportato alla luce in loc. Sa Osa un insediamento di epoca prenuragica all’interno del quale sono rimasti miracolosamente integri nei pozzi resti di sostanze alimentari tra cui una grande quantità di vinaccioli. I semi appartenevano alla vite silvestre, pianta autoctona presente in Sardegna, e si son rivelati simili alle varietà di Vernaccia coltivate nell’oristanese. Questo dimostra che la domesticazione della vite e le pratiche di vinificazione erano già note in Sardegna da circa il 2000 a.C. contraddicendo le precedenti teorie che sostengono l’importazione dell’arte della vinificazione a opera dei Fenici intorno al 1000 a.C.

Poco lontano, a circa 2 km dallo stagno di Cabras tra le dolci colline che ospitano i vigneti del Sinis, sorge la necropoli di Mont’e Prama. Scoperta da un contadino nel 1974, nel corso degli scavi successivi, si allargò a decine di tombe e migliaia di frammenti statuari in calcare arenaceo. Le statue, battezzate con il nome de I Giganti di Mont’e Prama, sono le uniche che il mondo nuragico abbia mai restituito. Rimaste sepolte per secoli, queste maestose sculture alte 2 metri potevano pesare fino a 400 chili e raffigurano arcieri, guerrieri e pugilatori con naso e sopracciglia marcati e grandi occhi concentrici. Gli studi recenti collocano i Giganti di Mont’e Prama tra le più antiche statue del bacino del Mediterraneo, addirittura antecedenti ai kouroi della Grecia Antica, dopo le sculture egizie.

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